TOP5 PLAYOFF - #5
Le storie più emozionanti dei playoff

by Alessandro Steinhart
venerdì 12 maggio 2017
Questa mini-rubrica in 5 puntate nasce principalmente dalla volontà di rendere il giusto omaggio all’incredibile stagione dei Legnano Knights capaci, per la prima volta nella storia, di arrivare fino al primo turno dei playoff di A2.

L’obiettivo, per nulla semplice, è quello di raccontare le 5 prestazioni individuali più clamorose della storia NBA. Un compito minuzioso e controverso data la quantità enorme di campioni che si sono alternati sui parquet di tutta America.



Dunque, il primo episodio che vi voglio narrare è dedicato a ciò che accadde a Detroit il 1 giugno del 2007 durante la gara 5 delle Eastern Conference Semifinals tra i padroni di casa e i Cleveland Cavaliers. Quel giorno un giovane ragazzo (allora solo 22enne) nato ad Akron, Ohio, dimostrò di meritarsi l’appellativo di “The Choosen One”.

La serie tornava in Michigan sul 2-2, con i padroni di casa nettamente favoriti, del resto i Cavaliers erano una giovane squadra costruita attorno alla stella nascente di LeBron James. La partita fu sin da subito molto combattuta e si trascinò fino al quarto quarto punto a punto. Fu nel corso dell’ultimo periodo di gioco, e dei due tempi supplementari, che si verificò qualcosa di mai visto prima.

A 7’48’’ sul cronometro della quarta frazione Ilgauskas segnava l’ultimo canestro dei Cavaliers non segnato da LeBron James. Da quel momento infatti il Prescelto realizzò tutti gli ultimi 25 punti della propria squadra e gli ultimi 29 su 30. E tutto questo nei tempi supplementari.

Non solo: dopo aver forzato i supplementari sul 91 pari, aver segnato tutti i punti della sua squadra nel primo overtime, segnò, a 2 secondi dalla fine, il canestro della vittoria per 109 a 107.

Durante gli ultimi 13 minuti di quella storica performance James segnò in qualsiasi modo, rendendosi completamente immarcabile, nonostante la difesa dei Pistons lo raddoppiasse e triplicasse sistematicamente in tutti gli ultimi istanti di gioco.
James terminò la partita con 48 punti, 9 rimbalzi e 7 assist.


Le cronache dell’epoca definirono la prestazione “Jordanesca”, Mike Brown, l’allora allenatore dei Cavs dopo la partita dichiarò: “Non so nemmeno trovare le parole per definire una performance del genere”.

Uno sconsolato Billups ebbe da dire: “Le abbiamo provate tutte ma non c’è stato nulla da fare, LeBron ha davvero fatto cose straordinarie. Non mi ricordo aver mai visto nessuno giocare cosi contro di noi nella postseason”.

Lo stesso anno LeBron trascinò i propri compagni alla prima vittoria della Eastern Conference, perdendo il titolo solo contro San Antonio Spurs di Duncan, Parker e Ginobili, al loro quarto anello in 8 anni.

Quel giorno iniziò ufficialmente la rincorsa, che dura ancora oggi, del 23 di Cleveland al fantasma di un altro numero 23... quello di Chicago.



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