INTERVISTA A STEFANO SANTATERRA
Quattro chiacchiere con 'allenatore del 2004 dei Knights

by Luca Servadei
giovedì 27 aprile 2017
Stefano Santaterra è l’allenatore dell’under 13 dei Legnano Basket Knights. Nonostante sia il suo primo anno in società è entusiasta e completamente immerso nella realtà dei Cavalieri.

Buongiorno Stefano, che cosa deve caratterizzare un buon allenatore?
"Quello dell’allenatore per ragazzi di questa età è un ruolo molto delicato ed importante. Bisogna essere degli educatori sempre, sia all'interno di una partita che in allenamento. Anche se non si è d'accordo con una decisione dell’arbitro, ad esempio, e si protesta in modo forte, i ragazzi tendono a seguirti perchè sei il loro punto di riferimento, quindi devi stare molto attento. Poi, certo, io sono qui anche per insegnargli a giocare a basket, ovviamente, ma resto convinto che la cosa più importante sia quella di educarli al rispetto delle regole, dei compagni e degli avversari".

Come va gestito, invece, il rapporto con i genitori?
"E' la mia prima stagione qui a Legnano ed ho un gruppo molto numeroso: siamo 23 ragazzi. Quindi, se si fanno i conti, siamo circa una cinquantina di persone comprendendo genitori e fratelli... Però, anche rispetto ad alcune mie esperienze passate, non mi posso proprio lamentare. I genitori e tutto l’ambiente sono molto presenti e vicini alla squadra. Anche quando non riescono ad esserci mi mandano un sacco di messaggi. Il rapporto è molto buono: mi sostengono, sono molto disponibili e io cerco di fare altrettanto con loro".

Cosa vuol dire per te fare parte di una realtà come quella di Legnano?
"La società ha fatto una crescita incredibile, considerando quella che è la realtà di Legnano. E' un fiore all'occhiello per tutti. In così poco tempo aver fatto tutta questa strada è qualcosa di fantastico. Io non ero abituato a realtà così organizzate e strutturate e devo dire che mi sono trovato benissimo. Quando parlo con Paolo Tamborini (il responsabile del Settore Giovanile ndr), lo ringrazio sempre perchè comunque immagino che non ci sia solo io a voler fare questo lavoro… Mi reputo una persona davvero fortunata".

Come ci si deve comportare nei confronti del gruppo? E se si ha a disposizione una potenziale stella?
"Io penso che la prima cosa debba essere sempre l'umiltà. Io tratto tutti i miei giocatori alla stessa maniera. Certo, magari c'è quello più avanti, quello più indietro… Però non ci devono essere discriminazioni né, tantomeno, differenze. A me non interessa che ci sia un ragazzo che faccia 60 punti e gli altri che stiano a guardare. Mi interessa di più creare una mentalità. Poi, certo, se c'è un ragazzo con un talento palese, allora si cerca di alzare un pochino l'asticella".


Il capitano dell’under 13 è Tommaso Cepollaro, un ragazzo molto giovane ma con le idee già molto chiare.

Ciao Tommaso, presentati a chi non ti conosce bene.
"Allora incomincio col dire che sono un giocatore a cui la difesa piace particolarmente. Dal mio punto di vista, infatti, fare tanti punti non è la cosa importante. Credo che lo sia di più fare una buona partita, magari servendo gli assist o prendendo i rimbalzi. Non c’è bisogno di segnare tanti punti per essere considerato un buon giocatore".

Parlaci un po’ del tuo coach, Stefano Santaterra.
"Il coach insegna molto bene. Quando si deve arrabbiare si arrabbia, giustamente. Quando spiega, lo fa sempre scendendo nei minimi dettagli per farci capire al massimo quello che dobbiamo fare e come dobbiamo farlo. Cerca sempre di tirare fuori da noi tutto il nostro potenziale e di farci migliorare".

Sei felice di giocare per una società come Legnano?
"Per me è importantissimo, infatti seguo la squadra molto bene da circa tre anni. E sono davvero contento di poter giocare qui. Il mio giocatore preferito di Legnano è Raivio e un giorno vorrei essere forte come lui. In Italia però tifo per Milano e sono stato anche al Forum per un paio di partite. E’ la squadra più forte!".



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